L'artista
Ciao Fabio, partirei dal chiederti: da dove vieni e quale è stato il tuo percorso?
Sono Fabio Scaccabarossi in arte Scaccabarossi sono nato il 26 ottobre del 1984 a Treviglio, in provincia di Bergamo.
L'imprinting musicale deriva dai miei genitori che, appassionati di musica, mi danno la possibilità di prendere lezioni di pianoforte e chitarra classica.
A diciotto anni inizio a suonare dal vivo come bassista: la mia prima esperienza è con una cover band di Ligabue che vanta molte date nella provincia e dintorni.
Dopo essermi cimentato come bassista anche in altre band di altri generi musicali, decido di provare a tramutare in musica alcuni testi che avevo scritto, pensando così ad una carriera da solista.
Partecipo negli anni a vari concorsi, e cerco di portare la sua musica nei locali formando una band versatile con la quale suono sia cover (dove richiesto) sia i miei inediti.
Qual è l’obiettivo più grande che hai, chi o cosa vorresti diventare?
L’obiettivo è quello di far conoscere la mia musica a più persone possibili perché penso che possa arrivare.
Cosa voglio diventare? Nessuno, voglio essere me stesso e continuare a fare quello che mi piace.
Finora nella tua carriera qual è stata la tua soddisfazione più grande?
Vedere le persone che cantano le mie canzoni è la soddisfazione più grande che possa vedere.
Vale molto di più di tanti concerti con parecchia gente ma suonando cover.
Il percorso di un artista è spesso difficile, ti è mai capitato di incontrare delle difficoltà per cui hai pensato di lasciare la musica?
Tutti i giorni! Tutti i giorni penso di mollare, ma poi riascolto quello che faccio, trovo nuovi stimoli e mi invento sempre qualcosa di nuovo. Non è giusto mollare, ne per me stesso ne per le persone che mi seguono. Le difficoltà fanno parte anche di questo lavoro ma bisogna sempre trovare la forza in qualcosa o qualcuno per andare avanti!
C'è una parte della tua attività che preferisci alle altre tra i live, la composizione, la comunicazione...?
Tutte le attività sono importanti per un musicista e ognuna ha la sua bellezza. Per questo non saprei fare una classifica di quale è la mia preferita, perché le vivo sempre al massimo.
Il progetto
Definisci in una parola il tuo progetto musicale per i nostri lettori e raccontacelo un po'.
UNICO, perché ho ricercato suoni e particolari che nessun altro ha.
Cerco sempre di stare al passo con i tempi, mixando quello che mi piace con sound freschi, nuovi. Cerco sempre di iniziare un brano con un qualcosa di riconoscibile e che possa far dire all'ascoltatore “wow, pelle d’oca!”
Le emozioni che vorrei trasmettere sono tutte quelle possibili immaginabili: un brano può trasmettere qualcosa di diverso tra una persona e l’altra ed è il bello della musica, cerco sempre di rendere i miei brani interpretabili a piacimento dell'ascoltatore.
Chi è il tuo fan "tipo"? Chi ascolta la tua musica?
Persone di tutte le età, che riescano a farsi trasportare dalle emozioni.
Quali sono gli aspetti che vorresti migliorare e quelli che invece credi stiano funzionando maggiormente?
Migliorerei sicuramente la comunicazione social anche se sotto alcuni aspetti sta funzionando.
Per quel che riguarda le produzioni musicali credo di aver trovato un team vincente di persone che possa mettermi nelle migliori condizioni, anche se c’è sempre da migliorare!
Produzioni
Torniamo un po' indietro, all'inizio della tua carriera, qual è stato il tuo primo brano?
Quando ho scritto il mio primo brano avevo 16 anni. Era un brano adolescenziale con un riff di chitarra e un testo molto banale. E’ stato l’inizio di un percorso che poi mi ha fatto capire cosa volevo veramente.
Quanto e come sei cambiato da quel giorno ad oggi?
Ho cambiato completamente modo di scrivere, sono più maturo anche a livello di sound!
Rimanendo in tema: come funziona quindi la tua fase di composizione di un nuovo brano?
Non ho uno schema ben preciso, dipende sempre dal momento, dall'ispirazione: ci sono stati brani che sono nati su un giro di chitarra e brani nati da un’idea di testo. La cosa ricorrente è che nascono sempre di notte, nei miei sogni.
Aldilà dei risultati raggiunti, c'è una tua composizione o magari un album di cui sei più fiero? Se sì perché.
Il prossimo! Perché non l’ho ancora scritto e so che sarà meglio degli altri.
Domanda che forse ti avranno fatto in tanti, oggi ci sono tantissimi artisti italiani che scrivono brani in inglese, tu ci hai mai pensato?
Io e l’inglese andiamo d’accordo ma non fino al punto di poter scrivere. Per essere più diretto e per questioni di comodità ha sempre scritto in italiano anche se è molto più difficile che in inglese a livello di assonanze/metrica.
I tuoi testi cosa ci raccontano? C’è un filo conduttore?
Vita, vita che vivo tutti i giorni.. sono cose che mi succedono, che vivo e quando decido che è il momento di raccontarle agli altri, nasce una canzone.
Quali sono i brani o gli album di grandi artisti che hanno significato di più per te e cosa rappresentano?
Sono cresciuto a suon di Queen ma nelle mie canzoni ci trovo ben poco di quello stile.
Mi piace molto Ligabue, infatti le prime canzoni erano molto nel suo stile.
Un altro artista al quale vengo accostato per sonorità è Nek.
Live e futuro
Qual è stata la tua migliore esperienza live fino ad ora? Hai qualche aneddoto significativo da raccontarci?
Non ho preferenze, i live sono tutti belli perché ti lasciano sempre qualcosa.
Come bassista potrei dirti che ho suonato in situazioni estreme, senza amplificatore perché mi è saltato poco prima del live oppure senza spia perché non era disponibile, quindi senza sentire niente, ma l’ho sempre portata a casa.
Che tipo di preparazioni fai prima di un live?
Cerco di concentrarmi, ripassando nella mente la scaletta e le cose che devo dire tra un brano e l’altro.
Faccio sempre un check con i miei musicisti per capire se è tutto apposto.
Ti senti più a tuo agio fra le mura di uno studio oppure nella dimensione live?
Sono due situazioni nelle quali mi trovo a mio agio, per il semplice fatto che sono nel posto giusto con le persone giuste.
Qual è l’emozione che desideri trasmettere durante i tuoi vostri live?
Energia. Ci deve essere uno scambio di energia tra la band ed il pubblico che si può tramutare in applausi/urla oppure anche in silenzio e attenzione.
Raccontaci dei tuoi progetti per i prossimi mesi, a cosa stai lavorando?
Tra poco esce il videoclip del mio ultimo singolo, sto lavorando con i ragazzi che suonano con me alla nuova scaletta per il 2021 e ho pronto un altro singolo che non so quando uscirà.
Da poco ho iniziato a fare l’autore, ho già scritto il brano per un artista e non vedo l’ora di poterlo sentire.
Ultima domanda, come ti vedi tra 10 anni?
Vecchio, brutto e con la pancia! Scherzi a parte, mi vedo ancora pieno di energia e voglia di trasmettere la mia musica, magari con un po’ di seguito in più perché vorrebbe dire che ho lavorato bene.
Ringraziamo Fabio per averci concesso questa intervista, vi lasciamo qui sotto tutti i link dove poterlo seguire e ascoltare la sua musica
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