Giovanni Savaresi

Inizio a toccare la chitarra nell'estate del 1972, poco prima di compiere 11 anni.

Nel 1974, quasi a 14 anni, sostituisco il secondo chitarrista di una band sgangherata e cosi mi ritrovo tra le mani una bellissima Fender Stratocaster ricevuta in prestito dal capogruppo  per esibirmi con loro presso il teatro quartiere di Milano (p.le Cuoco). Ed e li che mi ritrovo improvvisamente di fronte a qualche centinaio di spettatori (fortunatamente per noi) troppo distratti a buttar giù  fiumi di birra e tonnellate di panini e salamelle alla brace.

Indubbiamente quello fu davvero un grande successo... per i venditori di birre e salamelle.

Da lì a breve, volendo capire cosa stavo facendo esattamente, prendo le prime lezioni "serie" di musica (chitarra classica) direttamente dal Maestro Tenzi a Milano (in via Tonale). Nel frattempo, alle superiori, conosco sia Stefano Cerri che Fabio Treves (all'epoca insegnante). Stefano era quello che mi affascinava mentre sperimentava sullo "Stick" e Fabio diverra quello che mi "mostrerà" come funzia un armonica. Nello stesso plesso scolastico (ITSOS/UMANITARIA) con altri compagni di classe formiamo il nostro primo e indisciplinato gruppo musicale e con quello che riusciamo a mettere in piedi, senza farci troppi problemi, ci esibiamo al termine degli studi. In quell'occasione salirà sul palco, non ricordo se prima o dopo di noi, anche una giovanissima Jo Squillo... e chi l'avrebbe mai detto che proprio quella Jo (squillante) sarebbe poi arrivata a condurre programmi televisivi.

Sempre in quel periodo di intensa curiosità ed attività per la mia ghiandola pineale, conosco "Cico", bassista dei MaToLeMa? (acronimo, se non ricordo male, di: Ma Torneranno Lenin e Marx?). Un ottimo bassista ed abile artigiano che, ridendo e scherzando, mi accompagnerà verso sonorità jazz e all'uso delle accordature aperte. Successivamente incontrerò, presso un negozio di strumenti musicali di Cinisello Balsamo (Musical Studio), il Maestro Tolotti. Un vecchio e grasso personaggio molto folkloristico. Con Tolotti mi avvicinerò (ma non troppo) allo studio della chitarra flamenco. Con il passare del  tempo mi ritroverò persino iscritto (con quella che diventerà poi la mia prima moglie) ad un coro di canti gregoriani diretto da Mino Bordignon presso l'Omnia Comprensiva.

Destino vuole che come vicini di casa ci ritroviamo: un giovane maestro d'orchestra (ma anche buon pianista e contrabassista), la sua compagna (una bravissima cantante jazz) e un giovane sassofonista. E questo buon vicinato, nelle serate libere, si traduceva in interminabili jam session.

Ecco, diciamo che gli anni 70/80 e la prima parte degli anni 90, li ho passati sia suonando diversi generi e stili musicali (più da mercenario che turnista) in noti locali milanesi (Scimmie, Ca' Bianca, Capolinea, Magia Meeting Music, etc) che in meno impegnativi nightclub sparsi in giro per la Lombardia. Yes friends... pecunia non olet.

Dei corsi, concorsi e provini fatti in tutti quegl'anni (giusto per vedere di riuscire a "sopravvivere di solo musica") ho perso il conto. Unico ricordo rimasto indelebile, prima di mettermi il cuore in pace e soprattutto il culo al sicuro, sono le tante promesse e poche certezze che offriva il suonare in giro per l'Italia a chi non era figlio d'arte o non scendeva ad inaccettabili compromessi.

Poi dagli inizi degli anni 90 a l'altro ieri, direi che: lavoro secolare, figlie da seguire, migrazioni varie e due fastidiosissimi ed inevitabili divorzi... nel loro insieme abbiano concorso a limitarmi parecchio le attività della ghiandola pineale.

Fortunatamente per tutti noi, nulla permane eccetto il cambiamento ??